- 4 Marzo 2022
- Posted by: Alessandro De Santis
- Categories: Eventi, Notizie

Dal 1978 al 23 marzo 1999, a livello mondiale si ha notizia di un numero estremamente limitato di incendi gravi nelle gallerie stradali con un numero complessivo di morti, in tutto il mondo, di poco inferiore alle 50 persone.
La situazione e la percezione del pericolo cambia, di colpo, in tutto il mondo, il 24 marzo del ’99.
Poco dopo le 10:30 un camionista belga entra nel traforo del Monte Bianco sul versante francese con il suo autoarticolato, carico di farina e margarina, diretto in Italia. Alle 10:47 l’autoarticolato prende improvvisamente fuoco, costringendo il camionista a fermarsi dentro al tunnel, creando un ingorgo.
Alle 10:51 viene dato un primo allarme che fa chiudere il tunnel sul lato francese e poi anche sul lato italiano. I primi soccorsi vengono allertati.
Ma le fiamme, per via dei materiali combustibili presenti, si sono ampliate a causa dell’effetto forno che si è venuto a creare, raggiungendo quindi vastissime proporzioni. La schiuma di poliuretano, usata per la coibentazione del camion frigorifero belga che causa l’incidente, incendiandosi, emette cianuro, gas tossico. L’intervento dei soccorritori è encomiabile ma proibitivo e quindi anche eroico.
Pierlucio Tinazzi, detto “Spadino” addetto alla sicurezza del Traforo, nel momento dell’incidente entra più volte nel tunnel con la moto di servizio cercando di portare fuori quante più persone. Dopo essere entrato nel tunnel dove il fumo denso aveva reso l’aria irrespirabile, trova una persona che sta male e con lui entra in uno dei rifugi di sicurezza del tunnel. Ma neanche Spadino riesce a sopportare la temperatura troppo elevata (mille gradi centigradi) e la mancanza di ossigeno. Così muore insieme ad altre 38 persone.
L’incendio viene domato circa 53 ore dopo. Da allora, ogni anno, molti motociclisti si riuniscono davanti al traforo, per omaggiare l’eroismo di Spadino, alla cui famiglia viene consegnata la medaglia d’oro al valore civile, e per rendere omaggio alla memoria delle altre 38 vittime la cui dolorosa scomparsa non avrebbe alcun senso se non quello comunque drammatico di stimolare la mobilitazione di tutte le energie, politiche e tecniche, affinché quello che è successo il 24 marzo del ’99 non si ripeta.
Da quel momento, in tutto il mondo, la sicurezza delle gallerie stradali diventa una preoccupazione prioritaria. E lo diviene ancor di più quando, subito dopo l’incendio del Bianco, si verificano ulteriori incidenti nei tunnel in Austria, Danimarca, Svizzera e nel traforo del Frejus tra Italia e Francia, tutti con molte vittime.
L’Europa risponde a questa sfida sulla sicurezza con la direttiva 54 del 2004 che prevede l’adeguamento a criteri di sicurezza di tutte le gallerie della rete TEN.
In Italia, questa sfida che coinvolge tutti gli Stati Membri, diventa ancora più alta poiché il nostro Paese, a causa delle peculiari caratteristiche orografiche, è insieme al Giappone il Paese con più gallerie ed ospita circa la metà delle gallerie della rete TEN Europea, ben 458 su un totale di 1004.
L’Italia recepisce la direttiva europea attraverso il DLGS 264 del 2006, ed istituisce anche la Commissione permanente sulle gallerie stradali, autorità amministrativa, che ha il compito di assicurare il rispetto da parte dei gestori di tutti gli aspetti legati alla sicurezza previsti dalla direttiva europea, oggi presso ANSFISA (l’Agenzia Nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali).
Nel webinar “Sicurezza delle gallerie stradali” (del 24 febbraio scorso), organizzato da ANAS insieme a Piarc Italia (Associazione mondiale della strada) con la collaborazione del Consiglio Nazionale Ingegneri e dell’Ordine ingegneri di Roma (rappresentati dai rispettivi presidenti Armando Zampano e Carla Cappiello) , abbiamo voluto riunire tutti i principali attori coinvolti nella sicurezza delle gallerie: il Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibili (rappresentato dal presidente del Consiglio Superiore Massimo Sessa), l’Agenzia ANSFISA (rappresentato dal direttore generale e presidente commissione gallerie Emanuele Renzi), il più grande concessionario di strade in Italia ANAS (di cui sono stati presenti i nuovi vertici, il presidente Edoardo Valente e l’AD Aldo ISI che hanno entrambi rappresentato la sicurezza come obiettivo fondamentale e quotidiano impegno dell’Azienda) ed altri importanti concessionari, insieme ad alcuni degli esperti più specializzati sul tema, provenienti dal mondo dell’Università e dell’impresa, con l’obiettivo di conseguire un importante risultato: esporre e condividere i più recenti sviluppi nel campo della sicurezza in galleria, alla luce delle nuove tecnologie e delle nuove prospettive di gestione del traffico affinchè l’incendio del Monte Bianco e tutti gli altri non si ripetano ancora.
In questo senso sono intervenuti anche Salvatore Giua (presidente del Comitato Tecnico Gallerie di Piarc Italia) che ha moderato il webinar con la collaborazione dell’ex direttore generale del MIMS Pasquale Cialdini, e Matteo Castiglioni, direttore Operation di Anas, che ha rappresentato l’impegno per l’utilizzo da parte di Anas delle tecnologie più innovative per garantire la sicurezza delle gallerie gestite e pervenire, in prospettiva, al “tunnel 4.0”, completamente digitalizzato.
di Domenico Crocco
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