Revisione degli ETS nel “Fit for 55” dell’Unione europea

Panoramica

Come parte del pacchetto “Fit for 55”, la Commissione europea ha presentato una proposta legislativa per rivedere il sistema di scambio di quote delle emissioni dell’UE (ETS, Emissions Trading System). Lo scopo della revisione è quello di allineare la direttiva ETS dell’UE con l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra (GHG) del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, obiettivo stabilito dall’Unione nella legge europea sul clima.

A tal fine, la quantità di quote di emissione verrebbe ridotta, meno quote verrebbero assegnate gratuitamente e l’ETS verrebbe esteso al trasporto marittimo. Ciò ridurrebbe le emissioni nei settori ETS del 61% entro il 2030, rispetto al 2005. Un nuovo sistema separato di scambio di emissioni verrebbe stabilito per la distribuzione di carburante per il trasporto stradale e gli edifici. Il fondo per l’innovazione e il fondo per la modernizzazione verrebbero ampliati, e gli Stati membri sarebbero obbligati a spendere tutti i loro introiti ETS per l’azione sul clima.

Nel Parlamento europeo, la proposta è stata riferita alla Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI, Committee on Environment, Public Health and Food Safety), che ha nominato Peter Liese (PPE, Germania) come relatore.

Il prossimo passo atteso è il voto in commissione sulla bozza di relazione.

Situazione attuale

La direttiva 2003/87/CE ha istituito l’ETS dell’UE, uno strumento politico “cap-and-trade” per ridurre le emissioni di gas serra in modo efficace dal punto di vista dei costi. Il sistema opera in tutti gli Stati membri dell’UE, nonché in Islanda, Liechtenstein e Norvegia, regolando circa 10.000 impianti, comprese le centrali elettriche e gli impianti industriali ad alta intensità energetica, e coprendo oltre il 40% delle emissioni di gas serra dell’UE. Dal 2012, il sistema regola anche gli aerei che operano all’interno e tra questi paesi. L’ETS fissa un tetto o limite, che stabilisce la quantità massima che può essere emessa dagli impianti che rientrano nel sistema. Entro questo limite, le imprese possono acquistare o vendere quote in base alle loro esigenze.

Ogni Stato membro deve garantire che, entro il 30 aprile di ogni anno, ogni impianto regolamentato restituisca un numero sufficiente di quote per bilanciare le emissioni totali dell’anno precedente. Le quote non utilizzate rimangono valide e possono essere utilizzate negli anni successivi, mentre il tetto totale diminuisce ogni anno per fornire un incentivo a ridurre le emissioni.

La direttiva ETS è stata modificata da ultimo nel 2018 dalla direttiva (UE) 2018/410, che ha fissato i parametri per la fase 4 dell’ETS dell’UE (2021-2030). L’ETS contribuisce al precedente obiettivo dell’UE per il 2030 di ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990, riducendo le emissioni nei settori della direttiva ETS del 43% rispetto ai livelli del 2005. A tal fine, il fattore di riduzione lineare annuale per le emissioni di GHG è aumentato dall’1,74 % al 2,2 %. A partire dal 2021, il 57 % delle quote viene messo all’asta.

Preparazione della proposta

Dal 13 novembre 2020 al 5 febbraio 2021 si è tenuta una consultazione pubblica (questionario online con 29 domande) sulla revisione dell’ETS dell’UE. Ci sono state 493 risposte, con la maggior parte proveniente da associazioni commerciali e aziende (70%), seguite da ONG (10%) e cittadini dell’UE (7%).

Nell’aprile 2021, il comitato di controllo regolamentare della Commissione ha adottato un parere positivo con riserve sulla proposta di relazione sulla valutazione d’impatto.

In cosa consiste la proposta

La proposta della Commissione di modificare la direttiva 2003/87/CE riguarda l’attuale fase 4 dell’ETS (2021-2030). Essa consiste in cinque elementi principali:

  1. Un limite massimo ridotto e un fattore di riduzione lineare più ambizioso per le emissioni di gas serra;
  2. Regole riviste per l’assegnazione gratuita delle quote e la riserva di stabilità del mercato;
  3. Estensione dell’ETS al trasporto marittimo;
  4. Un nuovo ETS separato per gli edifici e il trasporto stradale;
  5. Un aumento dei fondi per l’innovazione e la modernizzazione e nuove regole sull’uso dei ricavi dell’ETS.

Processo legislativo

Il relatore Peter Liese ha presentato il progetto di relazione il 14 gennaio 2022. Includerebbe le emissioni del trasporto marittimo nell’ETS completamente, a partire dal 2025, e istituirebbe un fondo oceanico che utilizzerebbe il 75% delle entrate ETS dal trasporto marittimo per sostenere la decarbonizzazione di questo settore.

L’incenerimento dei rifiuti sarebbe incluso nell’ETS dal 2028.

Il nuovo ETS potrebbe applicarsi a tutti i combustibili (non solo al trasporto stradale e agli edifici) a partire dal 2025, con un’opzione per gli Stati membri di non partecipare per quanto riguarda il trasporto stradale privato e il riscaldamento residenziale privato fino al 2027, se possono raggiungere i loro obiettivi secondo il regolamento sulla condivisione degli sforzi con altri mezzi.

Il trasporto ferroviario potrebbe essere finanziato dalle entrate dell’ETS, e almeno il 10% del fondo per l’innovazione sarebbe usato per sviluppare le ferrovie e il trasporto pubblico locale.

In Consiglio, i ministri dell’ambiente dell’UE hanno avuto un primo scambio di opinioni sul pacchetto “Fit for 55” il 6 ottobre 2021.

 

Per scaricare il briefing completo della revisione degli ETS nel pacchetto “Fit for 55” in lingua inglese, cliccare qui.

 

A cura di Elena Sabbatini