Editoriale. Il futuro della mobilità. di Domenico Crocco, primo Delegato e Segretario generale di PIARC Italia

Molti si chiedono: come sarà la mobilità del futuro? In realtà per molti versi la mobilità del futuro è già presente.

A Dubai i taxi volanti senza pilota circolano dal 2017. Fra 2 anni collegheranno Roma a Fiumicino in 10 minuti, costo del viaggio 140 euro.

In Giappone hanno già testato treni con magneti superconduttori alla velocità di 603 km orari.

Già oggi anche in Italia sono in corso test di platooning in cui c’è un camion con un conducente in testa e altri camion senza conducente che lo seguono collegati solo in modo digitale al camion guida di cui imitano tutti gli spostamenti.

E’ lo stesso concetto della locomotiva che guida seguita dai vagoni ferroviari.

In questo preciso momento alcuni veicoli elettrici percorrono la tangenziale di Parma, una strada statale aperta al traffico,   in modo del tutto autonomo, senza alcun intervento del conducente.

Questi test di guida autonoma promossi da Vislab (Gruppo Ambarella) si svolgono dentro i comuni di Parma e Torino, autorizzati dal Ministero, già da due anni, senza incidenti.

E pochi sanno che il gruppo di ricerca che ha ideato queste auto autonome è italiano, è guidato dal prof. Alberto Broggi di Parma, ha cominciato questi test a Parma fin dal 1998 (tra i primi al mondo), già nel 2010 ha portato un veicolo senza conducente da Parma a Shanghai e oggi è all’avanguardia a livello mondiale.

Ancora. Sulla statale di accesso a Cortina d’Ampezzo, la strada digitale realizzata da Anas (Gruppo FS) , la “smart road” parla già da un anno ai veicoli connessi che la percorrono dando tutte le informazioni necessarie per la sicurezza attraverso la app di uno smartphone o attraverso il software della vettura connessa: ti comunica se la strada è ghiacciata, se c’è un incidente più avanti, se c’è un veicolo contromano, se ci sono lavori in corso.

Da queste poche immagini ci accorgiamo che la strada del futuro è in qualche modo già presente e sarà digitale (smart)  e più sicura (perché offrirà al conducente tutte le informazioni per una guida sicura e perché il veicolo autonomo sarà in grado di evitare gli incidenti dovuti a comportamenti errati del conducente (che sono il 94%).

Se pensiamo che ogni anno nel mondo gli incidenti stradali provocano circa  un milione e 200mila morti, di cui 260mila bambini e 59 milioni di feriti (è la settima causa di morte sul Pianeta) ci accorgiamo di quale risparmio di vite porterà la strada del futuro.

La commissione UE ha paragonato il sistema dei trasporti alla spina dorsale che collega i cittadini e le imprese europee.

I trasporti in Europa danno lavoro a oltre 10milioni di persone e valgono circa il 5 % del Pil Europeo. 

Le strade sono indispensabili: collegano il mondo, consentono gli scambi, trasportano il cibo e l’energia per la vita. Durante il lockdown dovuto alla pandemia ci siamo resi conto ancor di più di quanto siano indispensabili. Ma se non sono sicure le strade, come abbiamo visto, possono anche toglierla, la vita.

Allo stesso tempo il trasporto non è privo di costi sociali: oggi le emissioni inquinanti provenienti dai trasporti corrispondono a circa un quarto delle emissioni totali dell’Europa.

Nella sua Strategia di mobilità sostenibile e intelligente, la Commissione Europea dichiara di puntare ad un futuro della strada green, con almeno 30 milioni di auto a emissioni zero entro il 2030 e quasi tutte le auto a emissioni zero entro il 2050.

Ovviamente per ottenere questo obiettivo l’Europa dovrà dotarsi di batterie al litio, non potrà dipendere necessariamente da altri Paesi che oggi ne hanno quasi il monopolio. E questo è un problema anche politico.

Ma la strada del futuro potrà essere green solo perché sarà anche digitale.

In Italia esiste una legislazione molto ambiziosa rispetto al processo di trasformazione digitale delle strade. Il legislatore italiano già dal 2018  ha dato un forte impulso alle smart roads ed alla sperimentazione su strada dei veicoli a guida automatica.

Si prevede che, entro il 2025, tutte le strade e autostrade principali  italiane diventino Smart road: quindi, strade  connesse  e intelligenti.

Le strade vengono già oggi classificate sulla base dei livelli di supporto che le infrastrutture possono dare alla guida autonoma.

Si va dal gradino più basso, l’infrastruttura convenzionale senza informazioni digitali, fino al livello medio in cui tutte le informazioni dinamiche e statiche sull’infrastruttura sono disponibili in formato digitale (infrastruttura digitale), fino al livello massimo, definito guida cooperativa, cooperative driving, in cui l’infrastruttura stessa è in grado di guidare sia il singolo veicolo sia gruppi di veicoli in modo da ottimizzare i flussi di traffico.

Domani potremo vedere sulle nostre strade flotte  di veicoli che si spostano tutti alla stessa velocità (e quindi senza scontrarsi)  attivati da remoto da una centralina collegata che regola tutti i movimenti delle auto: esattamente come la pista telecomandata con cui giocavamo da bambini.

 

di Domenico Crocco

Primo Delegato e Segretario Generale di PIARC Italia

Responsabile Rapporti Internazionali di Anas S.p.A. (Gruppo FS)